Quartieri Social San Concordio Riqualificazione area Ex Gesam Lucca

Il progetto indaga la tematica dello spazio collettivo cercando di restituire un brandello di città al quartiere che è sorto attorno ad esso cercando nel contempo di divenire cerniera fondamentale tra la Con- trada di San Concordio, la Stazione Ferroviaria e le Mura cittadine. Il modello ispiratore è quello della “casa nella casa” in cui l’elemento della grande pensilina ha la funzione di tenere insieme tutte le parti che sorgono e si muovono sotto di essa.

Il volume vetrato nasce dall’esigenza di avere un ambiente chiuso (climatizzato) che si incarichi di ospitare una serie di funzioni sia stabili che temporanee.

Al piano terra è stato ipotizzato uno spazio quanto più libero possibile, adatto ad ospitare funzioni di varia natura, che può tuttavia essere partizionato grazie ad una serie di pareti mobili nelle occasioni in cui debba ospitare le diverse attività culturali.

Il primo piano si orienta verso una funzione di piccolo centro ristoro con un bancone di servizio e una sala a servizio dell’utenza. Questo tipo di funzione si estende anche alla grande terrazza di affaccio sulla piazza, che diviene un elemento di connessione tra lo spazio pubblico chiuso della scatola vetrata e lo spazio pubblico aperto della piazza coperta.

L’ultimo elemento materico del nuovo impianto progettuale è il volume di distribuzione verticale che sembra sorgere dal livello del parcheggio fino ad emergere nella piazza.

Questo nucleo ed il blocco centrale del volume vetrato costituiscono un integrazione tra il vincolo costituito dal piano parcheggi preesistente ed il progetto della piazza.

I materiali predominanti nel nuovo impianto sono un chiaro riferimento all’architettura industriale già presente nell’area e spesso vicina a questi tipi di progettazione. La pavimentazione della piazza viene realizzata con un cemento liscio dalla cromia scura che garantisce un deterioramento estremamente lento senza necessitare di una particolare manutenzione.

Tutti gli elementi strutturali, come anche il blocco di risalita e la pensilina, mantengono il loro naturale aspetto metallico e per quanto riguarda il volume vetrato è composto da una struttura metallica auto- portante con pannelli in triplo vetro serigrafato e trasparente.

Il monocolore unisce e coordina tutti gli elementi che compongono l’architettura , dal vetro al metallo , ed è il bianco il protagonista assoluto del progetto.

Gioielleria Chiocchetti

La Gioielleria Chiocchetti risale al 1896 ed oggi la IV generazione prosegue con Alberto Chiocchetti grazie all’inclinazione artistica del fondatore Frediano Chiocchetti. Una Gioielleria che ha 125 anni è un punto di riferimento in via Fillungo a Lucca. Il progetto per il quale sono stato incaricato ha cercato di coniugare la storia e la tradizione con la contemporaneità con un concetto che unisce la sala storica, ingresso originale della gioielleria, con il nuovo corner Rolex e la sala superiore, collegata da una elegante scala in legno, dove ha trovato sede il nuovo Laboratorio Rolex. Le storiche vetrine esterne, realizzate con profili in ferro verniciato, sono state restaurate ed integrate con un nuovo tipo di illuminazione e nell’ingresso principale sono stati ridisegnati gli infissi interni della vetrina, utilizzando profili sottili in ferro e vetri temperati con i decori originali. La sala è rivestita con un tessuto realizzato dall’azienda in- glese Osborne e Little, che avvolge lo spazio e le vetrine fuoriescono a sbalzo per mostrare gli oggetti preziosi al loro interno. Le vetrine sono rifinite in ottone spazzolato, materiale che ritroviamo nel soffitto della sala, nel banco e nel tavolino illuminato dalla luce Noctambule della Flos. Al lato della sala principale troviamo altre due sale, la sala storica, spazio originale della gioielleria, dove sono stati eseguiti lavori di restauro delle decorazioni esistenti e la sala che è stata destinata al nuovo corner Rolex, un concept dello studio milanese 1 Unicum. Dalla sala principale si arriva al piano primo, dove è stata restaurata la sala degli argenti e trova sede il Laboratorio Rolex con un nuovo banco in ottone spazzolato insieme al tavolo su disegno, che unisce le due poltroncine Redondo di Moroso.

 

Restauro ex Manifattura Tabacchi

Centro di Competenza di Tecnologie, arti e spettacolo: il restauro della parte ‘storica’ del complesso, che mantiene morfologicamente la struttura conventuale, costituisce il Centro di competenza per le nuove professionalità, fabbrica di innovazione produttiva nelle arti applicate della coreografia, della scenografia e dello spettacolo in genere. Il Centro di competenza di tecnologie, arti e spettacolo è dunque uno spazio di ritrovo, di formazione e scambi culturali, che offre la possibilità di frequentare corsi in vari settori artistici. L’operazione è volta allo sviluppo sostenibile di attività ed iniziative promosse da soggetti privati in collaborazione con gli enti pubblici. Strutture per l’alta formazione connesse al trasferimento tecnologico: L’intervento consiste nella ristrutturazione di circa 922 mq dell’ex Manifattura Tabacchi da adibire a strutture per l’alta formazione così suddivise: 3 sale riunioni piccole da 25 mq ciascuna, un locale tecnico per le attrezzature in comune, una segreteria, spazi di servizio e 420 mq da adibire a laboratori; questi ultimi saranno suddivisi in moduli da 70 mq ciascuno. Sono utilizzate tecniche di bioedilizia e bio- architettura per ridurre al minimo il consumo energetico. Centro di competenza per lo sviluppo e l’insediamento d’impresa ad alta innovazione tecnologica: Su di una su-

Superficie di circa 2000 mq lordi sono stati progettati 14 moduli da 55 mq ciascuno da destinare ad incubato- re di impresa, 11 moduli da 70 mq da destinare alle nuove imprese ad alto potenziale di crescita, una reception e una sala tecnica. Centro di attività di contrasto al disagio sociale: Operazione volta a pro- muovere recupero e riqualificazione di strutture edilizie da destinare allo sviluppo delle attività di consulenza e di supporto psicologico. All’interno della nuova infrastruttura sono previsti: una sala poliva- lente per attività ludico-motorie di possibile aggregazione ed in grado di essere usata come struttura indi- pendente. L’intervento sull’edificio esistente, ai fini della realizzazione del centro di competenza di tecnologie, arti e spettacolo consiste in un insieme di opere destinate al recupero dell’immobile, nella filosofia della valorizzazione delle sue caratteristiche architettoniche. L’involucro esterno del fabbricato viene essenzialmente mantenuto, attraverso il restauro delle superfici e degli infissi ed il loro ripristino. All’interno del chiostro, a copertura della nuova sala polivalente, verrà realizzata una copertura in vetro sorretta da travi reticolari, in parte esistenti, in modo da rendere il portico leggibile in tutta la sua altezza dall’interno della sala.

Restauro Ex Convento San Domenico – Canicatti (Ag)

Il progetto di restauro è incentrato principalmente su un’operazione di “riutilizzo funzionale” degli spazi originari, concepita in modo da non alterare la complessa organicità della costruzione, ed inoltre, mira a recuperare i valori architettonici-spaziali del complesso, nel quale ha sede il “Centro Culturale” cittadino.

Due sono gli ingressi principali del complesso rinnovato: quello su Piazza Dante, consentito dal recupero e dalla riapertura dell’antico fornice d’ingresso al convento; e quello sulla Via Milano.

Al piano seminterrato su Via Fosco- lo si è provveduto al recupero degli ambienti precedentemente colmati di terra, che ospitano il locale custode e parte degli ambienti muse- ali. Il piano terra accoglie l’archivio storico, la mediateca/videoteca e gli uffici dell’assessorato alla cultura, collegati alla biblioteca attraverso il corpo scale realizzato dove si presume dovesse essere all’epoca dell’impianto. Al piano superiore sono ubicate la sala di lettura della biblioteca, l’emeroteca, il prestito libri, gli uffici con la direzione ed il deposito. Il corpo di fabbrica su Via Milano ospita al piano terra gli ambienti d’esposizione temporanea con i relativi spazi accessori, al piano superiore la sala conferenze-auditorio ed altri spazi per l’esposizione.

Si è voluto inserire all’interno del

centro culturale un “museo del libro”, al fine di poter ospitare l’inestimabile patrimonio librario costituito dal “Fondo antico” della biblioteca comunale di Canicattì. La scelta dei materiali è scaturita dalla necessità di diversificare il nuovo intervento rispetto alle strutture già esistenti.

Il disegno della corte interna del complesso è stato elaborato tenendo conto dell’uso che sarebbe stato fatto dello stesso, vale a dire, come spazio da adibire a spetta- coli, eventi e rappresentazioni all’aperto.

Gli unici elementi introdotti come componenti d’arredo, con una va- lenza volutamente scenografica, sono la fontana con la lunga vasca d’acqua e le tre palme, una sorta di oasi inserita nell’assolato antico “claustrum” dell’ex convento. Semplice il disegno della pavimentazione della superficie, che risulta lastricata con lo stesso materiale lapideo adottato nella città antica, la pietra calcarea bianca di provenienza ragusana, usata in lastroni di dimensioni variabili e spessore adeguato. Al giardino si può accedere da più ingressi: quelli che si trovano su Via Milano, di cui uno carrabile e l’altro costituito da una gradonata dotata di rampa per diversamente abili; un altro ingresso, sulla Via Foscolo, attraverso la scala incassata.

Fornaci Magnetti

Il progetto mira a sviluppare un piano che riporti valore al contesto paesaggistico esistente. Un piano che vuole ripristinare una condizione antica, in cui l’area progetto potrebbe vedere le vecchie ferite guarite. Il nuovo insediamento non si limita ad essere un semplice atto di riappropriazione del territorio da parte dell’essere umano, ma offre una nuova dignità paesaggistica.

L’architettura del suolo, che crea un organismo in costante trasformazione sotto l’effetto naturale delle stagioni. A proposito di questa dialettica tra natura e artificio, la foglia simboleggia la natura ciclica del processo di cambiamento delle stagioni. Il progetto mantiene la propria forma di foglia: forma e colori diversi a seconda della stagione che cambia, ma anche rigenerazione in un’altra forma nel pro- cesso di mutazione di stato.

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anno 2006/2007